Relazione gennaio – febbraio

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Carissimi soci ed amici, in armonia alle decisioni che venivano prese nella assemblea annuale, abbiamo tenuto tre conversazioni nel mese di gennaio affidate ad autorevoli soci dell’associazione.

Il primo centralissimo intervento è stato tenuto da Giovanna Marino, che ha curato negli ultimi anni non pochi interventi sulla stampa locale. Sull figura di Joachim Winckelmann, nel 250° anniversario della morte, la relatrice si è ampiamente e piacevolmente dilungata e su i suoi notissimi interventi sull’archeologia greca, sia sul mito della classicità alla fine del ‘700. Lo scrivente, peraltro, ha dato nuove interpretazioni sulla misteriosa vicenda della sua morte. Il secondo intervento ha avuto per protagonista il carissimo amico Giuseppe Rosano, presidente della locale associazioni Noialbergatori. Il dott. Rosano ha parlato di vari generi di turismi (religioso, nautico, archeologico, ecc.) dando nel contempo una interessantissima rosa di dati statistici, da cui derivano fonti di ricchezza per rilanciare il territorio in modo responsabile e peraltro sostenibile. Occorrerebbe, però, la creazione di un efficiente rete di infrastrutture atte a soddisfare la domanda di clientela, coinvolgendola a prolungare la loro presenza nel nostro territorio. Interessante è da notare come i turisti di lingua tedesca costituiscano la maggioranza dei gruppi presenti nel 2018 dopo la comunità italiana. Duole infine notare il disinteresse, se non l’insipienza degli Enti locali in materia. Infine in un momento ecumenico in memoria della Shoah, in relazione alla storica giornata della memoria, abbiamo voluto incontrare la Pastora evangelica, Jutta Sperber e il dott. Gabriele Spagna, delegato della Comunità ebraica di Siracusa. I relatori hanno ripercorso le travagliate tappe del lunghissimo rapporto fra Cristiani e Ebrei, del feroce anitsemitismo delle crociate e poi di Lutero, fino alla cacciata dalla Spagna voluta da Ferdinando e Isabella. E poi, la loro integrazione in Germania dall’età dell’illuminismo fino alla repubblica di Weimar. In Italia, poi il 17-2-1861, vennero la cultura di tolleranza di Vittorio Emanuele II e le leggi antirazziali di Mussolini nel 1938. Solo il Concilio Vaticano II ha avuto la forza di riaprirre il dialogo. A conclusione del mese, abbiamo tenuto la tradizionale assemblea ordinaria dei soci, dedicata al consuntivo delle attività del 2018 e al programma del 2019. In coincidenza a un rinnovato spirito di austerità di spesa abbimao limitato il numero di persone esterne e riservato la maggior parte delle attività ai soci e agli amici locali. Nel mese di febbraio, invece, un altro nostro grande amico, Padre Alphonse Nevoh, ci ha parlato del Camerun, sua terra d’origine, ma anche una delle poche colonie d’Africa tedesche. Partendo dalla Convenzione di Berlino del 1878, che spartì l’Africa fra le potenze occidentali; Padre Alphonse ci ha parlato della storia moderna di quelle terre, molto ricche di diamanti, ma povere di altri beni, per lo più divise da parecchi decenni da una guerra civile solo da poco terminata. Oggi il Camerun francese e quello inglese – dominazione succeduta a quella tedesca dopo la prima guerra mondiale – convivono in un regime federale che può essere per noi modello per una futura europa a tre lingue. E ciò anche per effetto di un esemplare modello di una classe dirigente tedesca guidata da Bismarck che privilegiava il profilo culturale e scientifico della ricerca, ben lontana dalle logiche di sfruttamento del capitalismo europeo di fine ‘800. Successivamente, lo scrivente ha riaperto la pratica dei caffè letterari, presentando quattro libri fra i più venduti in Germania nel 2018. In particolare, abbiamo parlato di Sebastian Fitzek, berlinese giallista psicologico per Paura di volare, un thriller su un viaggio aereo che incappò in un tempesta guidato da un pilota pazzo, simbolo della Germania passata e speriamo mai più futura. Poi si è letto qualche pagina di Mariana Leky, di un bestseller d’amore in una città di provincia, dove un pizzico di realismo magico non guastava, cioè la presenza di una veggente, che vede la morte di persona. Non è mancata la storia di Robert Menasse, austriaco, che descrive la corrotta Bruxelles e i mali occulti dell’attuale Unione Europea. Infine, il romanzo storico di Bernhard Schlink, giurista rinomato e in odore di Nobel, che scrive di Olga, una donna tedesca dell’impero, della repubblica di Weimar, fino alla Norimberga nazista e alla Dresda comunista, oggi nonna democratica europea che vive sulle sponde del Reno. Il messaggio è chiaro: come diceva Nietzsche rievocando Socrate, mantieni o uomo, il tuo essere, sii quello che sei senza orpelli o fantasmi, ma vivi la tua vita con sincerità fra bene e male. Messaggio di dignità culturale che dovrebbe spiegare l’impressionante film L’onda del 2009, su un fatto avvenuto nel 1967 in una scuola in Germania, dove un insegnante, per un tragico esperimento didattico, ricrea in miniatura una piccola dittatura dentro una classe. L’esperimento ha successo, ma provoca gravissime conseguenze: la morte violenta di due giovani non integrati che lascia sbigottiti gli spettatori. E’ questa la natura umana da lasciare vivere senza interferire? Oppure, interferendo e orientando i giovani, ci si esprime un po’ troppo? La questione è aperta. Arrivederci a marzo, con il film Amistad, la pittura espressionista e il novecento fra politica e diritto in conflitto, Schmitt contro Kelsen.

  Avv. Giuseppe Moscatt

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