Relazione di gennaio

Carissimi soci e amici, iniziamo l’avventura del prossimo triennio 2014-2016. Vi ringrazio, anche a nome del Direttivo per la conferma approvata dall’Assemblea il 24 u.s.. Un saluto speciale a due illustrissimi soci: il prof. Sebastiano Fazzino, dimissionario del Direttivo, che dal 2005 ha consigliato egregiamente questa Associazione. Da queste colonne un vivo ringraziamento per quello che ha fatto e per quello che che ancora ci può dare. Nondimeno, il Nostro pensiero va a Gaetano Bellomo, socio Fondatore e Past President fin dal 1978. Ancora grazie per l’attività incolmabile e per il futuro. Infine, un vivo saluto all’ing. Onofrio Manfra, chiamato a condividere il difficile cammino del nostro Sodalizio. Quanto al programma 2013, non possiamo che essere contenti dei risultati ottenuti: le conversazioni, con relatori locali e nazionali di rilievo, come può ben constatare chi volesse ripercorre le tappe sul nostre portale, da Fernando Gioviale a Sebastiano Amato, da Maria Grazia Seminara a Salvatore Ligresti, da Giuseppe Testa a Mario Rubino, fino a Micaela Latini. E poi, i caffè letterari, tenuti spesso validamente dal nostro socio Mario Valastro e da ultimo da Giuseppe Galletta. Non solo: nella tradizionale cornice del Museo del Cinema, diretto magistralmente da Remo Romeo, i temi delle conversazioni – per esempio quella su Bertold Brecht- hanno avuto fondamentali collegamenti con opere cinematografiche di rilievo, per seguire l’esempio la Vita di Galileo, di Losey. Che dire poi, del corso di tedesco? Non senza fatica i soci corsisti, ottimamente guidati dalla nostra vice-presidente Eleonore Huth, crescono in qualità nella difficile lingua tedesca. Infine, i ritiri culturali locali e i viaggi all’estero in territori filo-germanici. I primi, ben tre durante l’anno – a Palazzolo, con Francesco Atanasio; a Sortino, con Luigi Sanfilippo; alle Case Damma, da Nora Chimirri – sono stati partecipati, da non pochi soci e da sodalizi amici, quali Arcadia ’88 di Benito Nastasi e il Kiwanis Mediterranea Club di Catania. Quindi, il viaggio a Zurigo e Ginevra, dove una rappresentanza dell’Acit, condotta da Francesca Morale, ha potuto ritrovare opere e manoscritti originali al museo Bodmer (Wagner e Verdi dal vivo!). Il programma 2014, invece, vedrà quattro relatori d’eccezione: Gianenrico Rusconi, Marino Freschi, Volker Hoffmann e Gunnar Och. E relatori nazionali e locali, da Sandro Turrini a Salvatore Amato, a Domenico Ligresti, Fernando Giovale e Mario Rubino – nostri affezionati amici – fino a Francesca Gringeri Pantano, responsabile del Museo dei viaggiatori di Palazzolo, per ricordare la presenza di viaggiatori teutonici nella nostre terre. Non mancheranno i ritiri culturali – a Catania in aprile e all’agriturismo di Nora a giugno – e nel viaggio a fine anno a Vienna (28 dicembre – 1 gennaio). Gennaio 2014: dopo l’assemblea, ha preso la parola Riccardo la Cara, che, in occasione della giornata della memoria e per ricordare il 70° anniversario dello sbarco americano in Sicilia, ha testimoniato il gesto eroico della suora Cecilia Basarocco che impedì la fucilazione a Niscemi di 12 prigionieri tedeschi da parte degli americani di Patton. Gesto eroico, ma soprattutto, morale e cristiano, a dimostrazione che l’essere cristiani è un imperativo categorico etico di rispetto per la persona, per nemico che fosse. E il ritorno ad un etica strettamente connessa ad una metafisica dell’Essere, collegata ad un episodio storico apparentemente minore, per il valentissimo relatore – il cui intervento è già presente sul nostro sito – è indice di stupefacente modernità. Ma di ciò ritorneremo a parlare in febbraio in occasione di Jonas e Michael Staedter. Quanto al caffè letterario del 14 gennaio, Mario Valastro ha ripreso un’opera letteraria tornata di straordinaria attualità, E adesso pover’uomo di Hans Fallada, scritta nel 1932, in piena crisi successiva al crollo del ’29, che rappresentò il canto del cigno della classe media falcidiata dalla crisi economica. Le difficili vicende di una giovane coppia di piccoli borghesi, divorati dalle tasse e da i costosi beni di prima necessità, fra licenziamenti e compromessi morali dettati dalla fame, ebbero un successo editoriale mondiale enorme. Il Nazismo lo prese al balzo e Hans Fallada, suo malgrado, trovò in Goebbels uno dei suoi maggiori lettori e propagandisti. Il povero Fallada, un po’ mezzo folle, si oppose al frainteso suo obiettivo, quello di fotografare semplicemente la dura realtà e benché dal so ritiro di Lipsia scrivesse opere contrarie alla dittatura, non uscì, fino agli anni 2008, da un certo isolamento culturale. Ma, la crisi americana di quell’anno lo ha rilanciato. In Italia Mario Rubino lo ha ritradotto e ne ha dato una versione più reale: una cruda cronaca del quotidiano che oggi vediamo a Servizio Pubblico, Ballarò e Virus. Né la versione Hollywoodiana di Borzage del 1935, vista al Museo del cinema il 31 gennaio, offrì un effettivo e completo quadro della situazione. Puntando sull’ottimismo del New Deal, il film sembra scadere in un vuoto ottimismo, pur esteticamente apprezzabile per le gag a sfondo etico sociale ancora interessanti per l’epoca. Tuttavia, il coraggio di ripresentare Hans Fallada nel momento attuale deve essere accompagnato da una razionale analisi del capitalismo finanziario, all’epoca come oggi, causale primaria delle due crisi. E il prossimo appuntamento con Rusconi sul centenario della prima guerra mondiale non potrà non riaprire questo discorso. Arrivederci a febbraio.

                                                                                                  Il Presidente

                                                                                       Avv. Giuseppe Moscatt

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