Caffè letterario del 8-febbraio-2013

Carissimi soci e amici, venerdì 8 febbraio abbiamo ripreso i nostri caffè letterari, affrontando il collaudato, ma non tanto, tema della letteratura fantastica di metà ‘700, rappresentata dalle mirabili avventure di Geronimo barone di Münchhausen. Raramente lo storico della letteratura, nelclassificare un’opera, cita un titolo senza segnalare contemporaneamente l’autore. Qui è capitata l’ eccezione: pochi lettori saprebbero chi ha scritto le mirabolanti avventure del Barone senza citarneesclusivamente l’opera… von Raspe, Bürger, e Immermann si sono contese la palma dell’ideazionedell’opera, gli uni nello spirito illuminista e razionale e l’altro alla fine del Romanticismo. Ma quanta differenza! Se Raspe e Bürger esprimono le gioie e la luminosa attività del colonnello prussiano al seguito di Federico il Grande, proponendone un personaggio positivo e simpatico, quasi un superuomo fratello di Cyrano e del Capitan Fracassa; Immermann ci propone piuttosto ilcontesto decadente della nobiltà terriera prussiana, dove il colonnello “Münchahhunnsenn” (con più h e n dell’originale illuminista, particolare non secondario…) è un povero nostalgico dei bei tempi che fu, sempre spaccone, un vecchio e liso, meno superuomo, ma pieno di ricordi appannati. Insomma, un personaggio a metà fra gioventù lontana e gaudente e un vecchio ormai in ritiro, ma costretto quasi a mendicare in cambio di un tozzo di pane. Ma se il quadro della nobiltà è prossimo alla miseria, la descrizione della borghesia agricola è luminosa e in ascesa: nel romanzo Oberhof,viene descritta con sorprendente anticipo la realtà sociale di una fattoria di campagna, con i suoi professionisti agrari – per es. i fabbri e i maniscalchi – e i mezzadri che iniziano a produrre in modo industriale. E la figure contestuali, dai giovani contadini alle belle mugnaie, colti nei lori amori senili, le loro angustie economiche e nei loro conflitti con la borghesia delle città. Si parla diletteratura rusticale contrapposta alla poetica cittadina, di Nievo contro Giusti, tanto per ricordare la polemica parallele che da Noi aveva sollevato Cesare Correnti contro la scapigliatura milanese.Immermann e Heine, epigoni del Goethe romantico, scatenarono analoga polemica con von Platen,anche scadendo di tono, scendendo nel personale. Ma il vero merito di Immermann resta anchequello di aver riaperto la storia del barone facendo dello stesso l’emblema di un mondo ormai finitoe affiancandogli altre figure pronte a calcare la scena della vita quotidiano, E non è un caso che Immermann scrisse anche nel 1832 un romanzetto satirico, Gli epigoni, ambientato a Düsseldorf,dove un circolo di intellettuali mediocri e presuntuosi, tenta di ripercorrere gli ideali dell’ultimoGoethe. Operetta che anticipa Il circolo Pickwick di Dickens, autore che nel decennio successivofarà la più completa descrizione della borghesia urbana europea. Dunque, dal tentativo illuminista di razionalizzare il fantastico al processo di raffigurazione della dura realtà sociale, un passaggioepocale che lo scrivente e Mario Valastro qui di seguito proveranno a offrirci.

Audioconferenza
Galleria fotografica
Requested gallery doesn't exist.

 

   Invia l'articolo in formato PDF